Articoli a cura del Dott. Pierpaolo Casto su:

ANSIA | ATTACCHI DI PANICO

Curare gli attacchi di panico: come affrontare e guarire per sempre

COME CURARE GLI ATTACCHI DI PANICO E GUARIRE PER SEMPRE

Il paziente con attacchi di panico inizia a strutturare credenze valutazioni sbagliate sin dalla prima crisi: infatti la prima crisi e si verifica all’improvviso quasi come un fulmine a ciel sereno viene interpretata dal paziente in modo distorto e quindi già in questo momento partono le prime associazioni tra situazione e pericolo. Da quel momento la stessa situazione, lo stesso luogo verrà associato con una situazione di pericolo quindi La risposta conseguente inizierà ad essere una risposta di allarme.

Da quel momento si inizieranno a costruire sempre di più associazioni sbagliate tra situazioni, luoghi e potenziale pericolo; per questo il paziente che inizialmente è stato male in un preciso ufficio, ad esempio l’ufficio postale, inizierà ad evitare tutti gli uffici e quindi presto tutti i luoghi in cui si potrebbe dover fare una fila. Il paziente nei suoi pensieri struttura dei legami per associazione, quindi le percezioni di pericolo saranno sempre di più estese ad un maggior numero di situazioni simili tra loro, ufficio postale-Banca, bar-pub-pizzeria. Se si è sentito male nell’ascensore del loro condominio, inizierà ad evitare qualsiasi ascensore. Si inizierà ad associare, ad esempio, il proprio essersi sentito male nell’ascensore come luogo l’uso da cui è difficile allontanarsi, al potersi sentire male nella propria auto se bloccati nel traffico. Le associazioni che opera  il paziente, quindi vanno in questa direzione diventando sempre più frequenti e limitanti considerato che la strategia adottata dal paziente ben presto sarà quella di evitare questi luoghi queste situazioni.

una buona cura degli attacchi di panico deve intervenire a modificare i pensieri alla base delle crisi e non semplicemente come avviene con il trattamento farmacologico limitando le espressioni del sintomo. Curare gli attacchi di panico significa eliminare le cause per eliminare le conseguenze dove, bisogna capire, che la crisi di panico è soltanto una conseguenza di qualcosa che avviene prima. Prima della crisi c’è il pensiero, ci sono i pensieri del paziente, e sono come pensieri a scatenare la crisi.

Il sintomo (tachicardia, sudorazione, senso di sbandamento…) è la conseguenza; il farmaco, la ansiolitico attenua l’espressione delle conseguenze, ma lascia intatte le cause. Quindi spesso e volentieri una cura che preveda l’esclusivo uso del farmaco non porta ad una modificazione delle credenze del paziente e una estinzione delle condotte di evitamento. Il paziente, quindi continuerà ad evitare luoghi e situazioni che lo spaventano credendo in questo modo di aver trovato una soluzione alla crisi. Di accompagnamento il farmaco lo aiuta ad attenuare le sensazioni fisiche di ansia, così con l’accoppiata farmaco-evitamento fa passare diversi anni senza garantirsi una cura reale e definitiva. Il paziente in questo modo si condanna al sostare in una specie di “limbo” caratterizzata dall’attesa di qualcosa spontaneamente e magicamente… cambi tra una dose assunta di psicofarmaco e un evitamento.

COME COMBATTERE E SUPERARE L’ANSIA

Se voi o una persona cara sta mostrando i segni ed i sintomi dell’ansia, ci si potrebbe chiedere quale sia il trattamento disponibile per questa condizione. Fortunatamente, ci sono numerosi tipi di trattamento disponibili che possono aiutare una persona con ansia, a far fronte ai sintomi e potenzialmente tornare ai precedenti livelli di funzionamento. Opzioni di trattamento tipiche comprendono farmaci, psicoterapia e strategie di auto -aiuto.

Farmaci per il Disturbo di ansia
Grazie alla loro sicurezza ed efficacia, i farmaci sono diventati una delle opzioni di trattamento più comuni per l’ ansia. Il medico può prescrivere un farmaco per alleviare l’intensità dell’ansia e altri sintomi di ansia correlati. Ci sono due tipi principali di farmaci comunemente prescritti per trattare il disturbo di ansia: antidepressivi e farmaci anti-ansia.

-Antidepressivi. Come suggerisce il nome, i farmaci antidepressivi si usano spesso per trattare i sintomi della depressione. Questo tipo di farmaco può essere usato per ridurre i sintomi di disturbi d’ansia e aiutare una persona con ansia. Questi farmaci possono anche aiutare ad alleviare i sintomi di potenziali disturbi dell’umore, come il disturbo depressivo maggiore e del disturbo bipolare. Classi comuni di antidepressivi prescritti per chi soffre di ansia sono gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI), antidepressivi triciclici (TCA) e gli inibitori della monoamino-ossidasi (MAO).

-Benzodiazepine. Una classe di farmaci anti-ansia, noti come benzodiazepine, sono spesso prescritti per trattare i sintomi dell’ansia. Questi farmaci possono fornire sollievo ad azione rapida, riducendo rapidamente la gravità degli attacchi e altri sintomi di ansia. Indicati anche come sedativi,le benzodiazepine rallentano il sistema nervoso centrale e provocano un effetto calmante e sedativo.
Questi farmaci anti-ansia sono spesso prescritti per un periodo limitato di tempo. Alcune delle benzodiazepine più frequentemente prescritte includono Xanax ( alprazolam ), Klonopin ( clonazepam ), Valium ( diazepam ), e Ativan ( lorzepam ).

Psicoterapia
Andare in terapia può sembrare intimidatorio in un primo momento, però, la psicoterapia è un modo efficace per lavorare sulle emozioni difficili e sviluppare nuove strategie di coping. Il processo di psicoterapia prevede incontri programmati con uno specialista della salute mentale per lavorare su obiettivi relativi al vostro piano di trattamento per il disturbo di ansia. Le tecniche di terapia più utilizzate sono: la terapia cognitivo-comportamentale ( CBT) e psicoterapia psicodinamica incentrata sull’ansia.

-Terapia cognitivo-comportamentale ( CBT) Grazie alla sua provata efficacia nel contribuire a ridurre i sentimenti di paura e preoccupazione, CBT è uno dei più comuni tipi di terapia utilizzati per trattare il disturbo di ansia. CBT utilizza numerose tecniche, come la psicoeducazione, modificazione del comportamento, e la ristrutturazione cognitiva, per aiutare una persona con disturbo di panico a superare schemi mentali negativi e modificare i comportamenti non salutari. Attraverso CBT, chi soffre di panico può cominciare a disimparare le paure, eliminare passate credenze autodistruttive, e spostare i comportamenti negativi per gestire il panico e l’ansia.

– Psicoterapia Psicodinamica: Questo tipo di terapia è anche comunemente usato per trattare l’ansia. Alcuni dei principali obiettivi della terapia dinamica è aiutare chi soffre di ansia a diventare più consapevole dei conflitti inconsci e di esperienze che possono contribuire ai sintomi attuali. Attraverso PFPP, una persona con disturbo di ansia può essere aiutata dal terapeuta per risolvere questi conflitti e cercare compromessi emotivi in modi più adattivi.

A seconda delle esigenze, altre forme di terapia possono anche essere utili. Ad esempio, il matrimonio e la terapia della famiglia ( MFT ) può essere raccomandato quando i sintomi di ansia incidono negativamente sulle proprie relazioni intime. MFT può aiutare il coniuge, il partner, o altro membro della famiglia a superare la difficoltà di vivere con una persona con disturbo di ansia.

La terapia di gruppo è un’altra opzione che può essere consigliato per chi soffre di ansia che è alle prese con la solitudine o che può essere più motivato ​​attraverso la promozione di una terapia di gruppo. Simile alla psicoterapia individuale, la terapia di gruppo comporta una serie di sedute di terapia regolari con un terapeuta e gli altri partecipanti che soffrono di problemi simili. Queste sessioni sono spesso disposte intorno a un obiettivo terapeutico comune o tema. Ad esempio, la terapia di gruppo può concentrarsi su come affrontare l’ ansia, la costruzione di competenze o imparare le tecniche cognitivo-comportamentali.

Psicoeducazione
Capire di più sul disturbo di ansia può aiutare il paziente e suoi cari a sapere cosa aspettarsi. I medici e terapisti spesso forniscono materiali didattici, quali depliant ed opuscoli che descrivono le informazioni sui sintomi, diagnosi, e le tecniche di coping. Imparare di più circa questa condizione potrebbe alleviare la paura, miti e idee sbagliate sul disturbo di ansia.

Tecniche di auto-aiuto
Oltre a farmaci e / o terapia, il terapeuta può anche suggerire di praticare tecniche di auto -aiuto. Queste strategie possono aiutare a sviluppare modi per gestire l’ansia e affrontare lo stress di convivere l’ansia. Tecniche di auto-aiuto sono in genere praticate da soli, ma possono essere apprese durante la terapia.
Attività comuni di auto-aiuto comprendono esercizi di respirazione, la scrittura di un diario, e le strategie di distensione della tensione. Tali attività possono aiutare a ridurre i sentimenti di preoccupazione, nervosismo e apprensione. Praticando regolarmente tecniche di auto -aiuto, una persona con disturbo di ansia può anticipare sentimenti più miti, di fronte agli attacchi e altri sintomi legati all’ansia.

Per ottenere i migliori risultati di trattamento, i professionisti che trattano il disturbo di ansia in genere consigliano la ricerca di aiuto quando i sintomi cominciano. Tuttavia, anche se si lotta con i sintomi del disturbo di ansia da soli, per anni, non è mai troppo tardi per ricevere il trattamento necessario. Trovare un aiuto per l’ansia spesso inizia con una visita dal medico di base, che sarà in grado di fornire una diagnosi accurata, le informazioni sulla vostra condizione, e un piano di trattamento adeguato.

IN QUALE MODO SI PUO’ CURARE L’ANSIA

L’ansia attiva un circolo vizioso di pensieri, sensazioni e comportamenti che nel tempo si strutturano e si mantengono.

Nel modello cognitivo comportamentale l’attenzione viene concentrata sul pensiero. Il paziente in uno stato di ansia concentra la propria attenzione sui sintomi fisici, ad esempio il battito cardiaco accelerato o le mani sudate, tuttavia non c’accorgiamo che queste reazioni fisiche sono appunto soltanto una risposta ai pensieri che il paziente sta facendo in una situazione, prima ancora di constatare il battito cardiaco accelerato o le mani sudate. Il paziente solitamente non è consapevole di questi pensieri, ma si concentra soltanto successivamente su quelle che sono state le conseguenze dei suoi pensieri stessi. Il paziente non si accorge che ci sono stati prima pensieri di percezione di pericolo e di disagio, e soltanto successivamente il cuore ha iniziato a battere più velocemente e le sue mani a sudare. I pensieri del paziente che ruotano intorno alla percezione di pericolo possono causare, come conseguenza, tremore, sensazione di calore o nausea. La focalizzazione dell’attenzione del paziente su questi sintomi aumenterà l’intensità dei sintomi stessi portando conseguentemente ad un aumento dell’ansia e, in molti casi, ad un vero e proprio attacco di panico. La percezione di pericolo attiva i sintomi fisici, la focalizzazione dell’attenzione su questi sintomi aumenta la convinzione di trovarsi in una situazione di pericolo e quindi riattiverà un aumento della risposta fisica aumentando intensità dei sintomi stessi. In questo modo si costruisce un pericoloso circolo vizioso. Per risolvere disturbi d’ansia e gli attacchi di panico bisogna assolutamente rompere questo circolo vizioso che si instaura tra pensieri e risposta fisica.

Una buona strategia è quella di sfidare i pensieri ansiogeni. La migliore tecnica è quella impiegata in psicoterapia cognitivo comportamentale che consiste nel riconoscimento dei pensieri automatici negativi, ossia di quell’ insieme di errori di pensiero che fanno da base alla situazione e sensazione di malessere. In seguito vedremo quali sono nel dettaglio le categorie di errore cognitivo e come possono essere facilmente studiati al fine di riconoscere nei nostri modi di pensare proprio questi tipi di errore. Nel momento in cui facciamo un errore cognitivo avremo come conseguenza inevitabilmente uno stato di malessere, ci potremmo sentire ansiosi, tristi, arrabbiati, delusi, disgustati…

come possono essere sfidati e messi alla prova i nostri pensieri?

– innanzitutto. Cercare di capire se il nostro modo di pensare rientra in una delle categorie di errore

– chiederci sinceramente qual’è la prova a dimostrazione che quello che sosteniamo nei nostri pensieri sia realmente vero

– chiederci quali sono le probabilità che un qualcosa che crediamo possa avvenire realmente, sforzandoci di essere realistici. Ad esempio, se per anni abbiamo creduto di svenire, ma questo non è mai avvenuto, iniziare a considerare la reale probabilità che questa paura ha di verificarsi realmente.

– iniziare a dire a se stessi quello che si direbbe realisticamente ad un amico o una persona cara se avesse i pensieri che noi abbiamo quando ci troviamo in uno stato di ansia.

– capire che soffrire di ansia non significa essere strani o inadeguati, e che soprattutto si possono imparare strategie di fronteggiamento per gestire ed eliminare definitivamente il disturbo.

– iniziare ad individuare un pensiero realistico da sostituire al pensiero che si ha durante lo stato di ansia

– imparare a comprendere le sensazioni e le risposte fisiche.

è possibile imparare a fermare l’aumento di intensità dei sintomi fisici dell’ansia e ad attivare i naturali meccanismi corporei di rilassamento. Ci sono diversi semplici modi efficaci per intervenire a livello corporeo sull’ansia. Una tecnica molto semplice è quella denominata respirazione addominale.

Respirazione addominale:

Il paziente che si trova in uno stato di ansia e soprattutto se si sta verificando un attacco di panico, è probabile inizi ad avere una respirazione con iperventilazione, ossia una respirazione troppo veloce. Questo modo di respirare sconvolge l’importante equilibrio di ossigeno e anidride carbonica nel sangue attivando alcuni tra i principali più spiacevoli sintomi di ansia e di panico tra quelli già indicati.

1. in questa situazione c’è bisogno di rallentare la respirazione. L’obiettivo dovrebbe essere quello di raggiungere 10-12 respiri al minuto. Cercare di fare una pausa tra i respiri, meglio ancora di trattenere qualche istante l’aria a livello addominale. Cercare di respirare con il naso anziché con la bocca, quindi cercare di tenere assolutamente la bocca chiusa…

2. è necessario respirare profondamente cercando di riempire interamente i polmoni e in modo da sentire nella pancia l’aria che la “gonfia”. Solitamente invece, il paziente con ansia, tende a respirare superficialmente, a non riempire interamente i polmoni e a sollevare il petto bloccando il diaframma. Quando l’aria riempie interamente i polmoni il diaframma viene spinto verso il basso il quale spinge fuori la parete dello stomaco. Se facciamo una prova in questo momento ci accorgiamo di quello che è stato detto.

La respirazione addominale è un modo molto efficace di respirare per contribuire a calmarsi.

3. proviamo ad eseguire quest’esercizio:

poggiare una mano leggermente sul petto appena qualche centimetro sull’ombelico, fare dei respiri lenti e profondi e notare come lo stomaco si muove dentro e fuori mentre il petto sta quasi fermo. Fare pratica con questo esercizio cercando di tenere il petto quanto più fermo possibile. Mentre si respira in modo lento e profondo cercare di immaginare che i vostri polmoni siano come un edificio con tre piani che si riempiono di aria piano piano. Contare fino a nove e immaginare che quando si arriva a contare fino a tre si è riempito il primo piano, quando si è arrivati a contare fino a sei si è riempito il secondo piano, quando si è arrivati a contare fino a nove si è riempito di terzo piano. A questo punto lo stomaco dovrebbe essere pieno di aria. Ottenuto questo risultato iniziare a espirare lentamente contando al contrario da nove a uno, immaginando il terzo piano che si svuota quando arrivate a contare fino a sei, quindi il secondo piano che si svuota quando arrivate a contare fino a tre, infine il primo piano che si svuota lentamente quando arrivate a contare fino ad uno.

fare 2-3 volte questo esercizio di seguito diverse volte al giorno fino a quando svolgere l’esercizio non diventa semplice e naturale. Pian piano ci si accorgerà di iniziare a respirare in modo lento e profondo spontaneamente senza cercarlo in diversi momenti della giornata. Questo modo di respirare aiuterà a mantenere basso il livello di ansia.

Una prova dei miglioramenti del paziente si potrebbe avere contando il numero di respiri al minuto prima di iniziare a fare questo addestramento e imparare questa tecnica, e poi confrontare il numero di respiri con quello che viene ottenuto quando il paziente impara ed usa la tecnica di respirazione addominale.

4. sedersi o sdraiarsi per almeno 10 minuti. E’ possibile imparare a rilassare tutte le parti del corpo utilizzando delle tecniche di rilassamento muscolare progressivo. Durante il Setting di rilassamento è utile contare i respiri in modo da spostare l’attenzione e aumentare la concentrazione sul rilassamento. Se è possibile fare almeno due volte al giorno, ogni giorno un Setting di rilassamento progressivo muscolare.

Buoni miglioramenti si possono osservare già dopo una settimana circa di addestramento a questa tecnica.

I pazienti che possono dedicare 20- 30 min al giorno al rilassamento muscolare possono ridurre in modo notevole ansia stress.

Il paziente ben addestrato riesce a sentire il corpo in sintonia con il respiro

CURARE GLI ATTACCHI DI PANICO: come affrontare, combattere e superare gli attacchi di panico

Un attacco di panico è caratterizzato da una sensazione improvvisa ed intensa di paura o apprensione che si verifica in assenza di un pericolo reale,tuttavia tale paura può essere molto debilitante e contribuire a ulteriore ansia. Gli attacchi di panico sono caratterizzati da una serie di sintomi che possono includere sudorazione, palpitazioni, mancanza di respiro, tremori, sensazioni di soffocamento e sensazione di morte imminente.

Chiaramente, gli attacchi di panico possono essere estremamente problematici per coloro che ne soffrono. A volte, la persona può avere così paura di avere un attacco di panico in un luogo pubblico che inizia ad evitando le situazioni che lo possono scatenare. Ad esempio, una persona che teme un attacco di panico potrebbe evitare di allontanarsi dalla propria casa. Questa condotta può portare ad agorafobia.

Sebbene molte persone sperimentano un attacco di panico, almeno una volta nella loro vita, il presentarsi di attacchi di panico ricorrenti potrebbero essere un segno di disturbo di panico. Secondo l’ Apa, circa sei milioni di persone sperimentano disturbo di panico in un anno.

Nonostante l’importanza del problema, ci sono una serie di possibilità di trattamento che possono essere efficaci.

farmaci

I farmaci sono spesso utilizzati per sedare i sintomi di disturbi di panico e hanno dimostrato di essere in alcuni casi utili. I trattamenti farmacologici che vengono prescritti da psichiatri e specialisti comprendono antidepressivi e farmaci ansiolitici.

La terapia cognitivo-comportamentale

La Terapia Cognitivo Comportamentale, conosciuta anche come CBT, è invece altamente efficace nel trattamento di attacchi di panico. La Terapia Cognitivo Comportamentale può essere utilizzata da solo o in combinazione con farmaci. Durante la Terapia Cognitivo Comportamentale, il terapeuta aiuta il paziente ad identificare modelli di pensiero che contribuiscono al presentarsi degli attacchi di panico. Una volta individuati questi pensieri sbagliati, i pazienti possono quindi riconoscere e ristrutturare i loro pensieri negativi e imparare a impegnarsi nella formulazione di pensieri funzionali.

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Sapere ciò che costituisce un attacco di panico. Una delle cose più terribili circa gli attacchi di panico è il sentire di perdere il controllo del proprio corpo. I sintomi includono sensazione di vertigini, sensazione di essere sul punto di svenire, difficoltà a respirare e battito del cuore accelerato. Spesso le persone durante la crisi temono di poter avere un attacco di cuore. Credere ciò, ovviamente fa solo peggiorare la situazione.

* Non essendo in grado di controllare gli attacchi rende ancor più preoccupante la situazione. Il paziente inizia a porsi domande del tipo:

Quando sarà il prossimo attacco di panico?

Dove mi troverò?

Sarò in grado di far fronte?

Queste preoccupazioni possono contribuire a rendere il prossimo attacco una profezia che si autoavvera. La persona che soffre di attacchi di panico spesso ha la sensazione che ci deve essere davvero qualcosa di sbagliato in loro. Tutti gli altri riescono ad andare avanti con le loro vite, ma non loro.

2 Sappiate che non siete soli. La realtà è che circa 1 persona su 75 soffre di attacchi di panico ( secondo l’O.M.S. ). Questo può anche essere sottostimato, perché molti pazienti o non vengono correttamente diagnosticati o non cercano il trattamento.
* E’ spesso un grande aiuto già solo sapere di non essere soli, anche se questo è soltanto un primo passo per curare il panico.

3 Gli attacchi di panico sono il risultato del meccanismo del corpo di ” lotta o fuga “. Solitamente il primo attacco di panico di una persona è scatenato da qualcosa percepito come particolarmente pericoloso o durante un periodo particolarmente stressante della propria vita.

* In questo caso il problema è che la mente ha reagito in modo eccessivo a una minaccia percepita. Si innesca il meccanismo della ” lotta o fuga ” finalizzato esclusivamente a proteggerci. In passato, questo meccanismo ha aiutato i nostri antenati a fuggire dai denti di una tigre o dalla sciabola del nemico… Purtroppo, le nostre menti non sempre riescono definire la differenza tra un accumulo di stress di vita quotidiana e una situazione di vita o di morte.

4 Siate consapevoli del fattore “paura”. Una volta che una persona ha avuto un attacco di panico è più probabile, che la mente abbaia una risposta di “paura” e che riferisca questo senso di paura all’attacco di panico originale. Ad esempio, se il primo attacco è avvenuto durante la guida, non è vero che la guida è stata la vera causa e che guidare o trovarsi nel traffico siano situazioni pericolose. Semplicemente la mente ricorda che si stava guidando quando è avvenuto l’attacco e associa i due fattori. In questo modo trovarsi alla guida diventa un possibile evento scatenante per il successivo attacco.

5 Fronteggiare l’attacco di panico piuttosto che cercare di evitarlo. Questo stratagemma può sembrare contro intuitivo, ma funziona!

6 Ricordate che un attacco di panico è una reazione a una minaccia “percepita”. La realtà è che non siamo realmente in pericolo, anche se noi pensiamo, sentiamo e agiamo come siamo.

* Una volta che ti rendi conto che non c’è nessun pericolo “reale” ci si può quindi concentrare sull’esperienza che si sta avendo. Invece di lasciarsi terrorizzare, diventare un osservatore oggettivo di ciò che si sente. Osservate i sentimenti e le sensazioni che provate durante la crisi. Con “osservare ” invece di “allontanare” questi sentimenti riducono il livello di stress e di conflitto nella vostra mente.

7 Il processo di osservazione è fondamentale perché impegna la “mente razionale”. Normalmente durante un attacco di panico la mente emozionale prende il sopravvento e prende il controllo del paziente fino a quando i sintomi hanno fatto il loro corso.

8 Trasformando se stessi in un osservatore obiettivo si consente alla vostra razionale di funzionare. E’ molto difficile per la mente emotiva di dominare sul paziente se questo sta pensando razionalmente, quindi quello che succede è che i sintomi di attacco di panico inizieranno a svanire.

* Questo permette di superare l’attacco di panico rapidamente e naturalmente. Non appena il paziente si rende conto di poter fare questo, le probabilità di un altro attacco vengono subito ridotte, A questo punto il paziente sa di avere una nuova possibilità di controllare le crisi. Spesso accade che nel giro di pochi giorni, questa tecnica di osservazione permette al paziente di fermare un attacco di panico prima ancora che si presenti!

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Come curare gli attacchi di panico

Alcuni scienziati paragonano gli attacchi di panico ad un ritorno a quando gli esseri umani si dovevano difendere per non essere cacciati dai grandi carnivori innescando la risposta di lotta o fuga. Naturalmente, in un lontano passato proprio quella scarica di adrenalina potrebbe essere stata la cosa che gli ha salvato la vita! Naturalmente oggi, se non si è fisicamente attaccati non c’è alcun motivo di soffrire le conseguenze fisiche di quella scarica di adrenalina.

Cosa fare se si hanno attacchi di panico? Molti medici vorrebbero far credere ci sia una pillola magica che curerà voi dai vostri attacchi di panico, questo è palesemente falso. Tali farmaci possono aiutare soltanto a sedare i sintomi nel breve termine, non affrontano il nocciolo del problema. Inoltre, molti di questi farmaci creano altamente la dipendenza, cosicché diventa difficile smettere di usarli quando sono stati assunti per lunghi periodi.

Gli attacchi di panico i cui sintomi possono variare da intenso e improvviso terrore, dolori al petto, difficoltà a respirare, sensazione di irrealtà, formicolio alle mani o alle dita, e nausea, può portare a tutta una serie di altri problemi, come l’agorafobia (l’incapacità lasciare la vostra casa ) reflusso acido e forti mal di testa per citarne alcuni.

E ‘ importante se si pensa che si è affetti da attacchi di panico di dare anche uno sguardo prfondo alla propria vita. In genere gli attacchi di panico possono derivare da sentimenti di stress estremo, non dormire a sufficienza, non mangiare correttamente, e non prendere tempo da dedicare a se stessi. Questo è uno dei motivi per cui la via degli psicofarmaci è solo una soluzione temporanea, e perché credo che non siano una soluzione.

Se si soffre di attacchi di panico, ci sono una serie di soluzioni non farmacologiche che è possibile sfruttare per aiutarvi a intervenire, e che nel tempo dovrebbe limitare il problema. Questo non significa necessariamente che se ne andranno via completamente, ma le seguenti tecniche vi insegneranno il modo migliore di affrontarli riducendo la loro gravità e la durata.

La prima cosa che dovete fare per iniziare a capire è cercare la ragione secondo voi degli attacchi di panico. Questo è il momento di porsi alcune domande difficili come: Ho sostenuto troppo al lavoro? Devo sempre dire di sì a nuovi progetti, anche quando ho già troppe cose da fare? Ho problemi di denaro che mi preoccupano? Sto dormendo sufficientemente ogni notte, o il mio sonno è interrotto spesso durante tutta la notte? Sto facendo una dieta sana, o mi sto rimpinzando di cibo spazzatura per maggior parte del tempo? Sto prendendo le giuste pause al lavoro?

Si Ha bisogno di scoprire cosa sta provocando gli attacchi di panico, quali sono i vostri fattori di stress. Una volta che hai una buona idea de i vostri fattori di stress, allora si può decidere come intervenire su di loro in modo sano.

Alcune tecniche possono essere usate subito per iniziare a ridurre lo stress.

Sul lavoro prendere delle pause: se si lavora da casa o in un ufficio, ogni paio di ore prendere una pausa. Questo significa anche non saltare mai la pausa pranzo! Si dovrebbe anche trovare il tempo per uscire e camminare un pò. Cambiare ambiente e prendere aria fresca farà miracoli per rendere una persona più sana e più felice.

L’ idea è quella di ridurre o eliminare il più possibile il maggior numero di fattori di stress nella tua vita.

Ora, mentre quello detto finora contribuirà a ridurre ed eliminare i vostri o di stress, cosa si può fare nel lungo termine? Alcune soluzioni a lungo termine possono essere quelle che si vuole introdurre nella tua vita come imparare tecniche per respirare correttamente. Quando si è stressati si respira in modo sbagliato, questo può portare a un attacco di panico. Quindi, se vi sentite troppo stressati e sentite l’insorgenza di un attacco di panico, smettere qualsiasi cosa stiate facendo e respirate profondamente. Espirare l’aria attraverso il naso e riempire completamente i polmoni.

Trattenete l’aria per un secondo e poi espirate attraverso il naso. Se si esegue questa operazione per 5 o 6 respiri all’insorgenza di un attacco di panico, si inizierà a sentirsi subito meglio.

Quando si parla di dieta, la cosa migliore che potete fare per voi stessi se si soffre di attacchi di panico è di eliminare dalla vostra dieta la caffeina e altri stimolanti. La caffeina o qualsiasi stimolante aggrava gli attacchi di panico. Fare questo può essere difficile in un primo momento, soprattutto se si è una di quelle persone che non riescono a svegliarsi senza prendere la prima tazza di caffè. In questi casi si potrà sostituire con il tè alla menta che aiuterà a svegliarsi, ma senza l’effetto stimolante che si ottiene consumando caffè.

Un’altra tecnica che si può adottare soprattutto se hanno difficoltà a dormire, o rilassarsi in modo efficace è quello di prendere una tisana rilassante o una camomilla. Queste erbe sono molto più sicure e non dannose rispetto ai farmaci. Tanto che molti farmaci moderni sono basati sui derivati ​​di erbe. Un paio di erbe che sono ottime per il rilassamento e il sonno sono la camomilla e la valeriana. La bontà di queste erbe è che sono non creano dipendenza e assuefazione e soprattutto che sono di origine naturale, a differenza dei farmaci che sono sostanze chimiche di laboratorio.

Se si impiegano le tecniche qui elencate, presto migliorare il controllo dei vostri attacchi di panico, e in alcuni casi guarirli spontaneamente del tutto. Naturalmente questo non è sempre il caso, tuttavia sebbene si continui ad averne di tanto in tanto, almeno si avranno gli strumenti per impedire loro di diventare debilitanti e la prendere il possesso della vostra vita. La cosa importante da ricordare è che bisogna partire dal ridurre lo stress dalla vostra vita.

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Quali sono i trattamenti per attacchi di panico?

Il farmaco è usato per la prevenzione e / o riduzione immediata dei sintomi. La psicoterapia come la terapia cognitivo-comportamentale è lo strumento più adeguato per fronteggiare e combattere gli attacchi di panico.

Se siete nel bel mezzo di un attacco di panico, un immediato sollievo dei sintomi di ansia può venire da prendere un tipo di ansiolitico. Questi farmaci sono disponibili, almeno all’inizio della terapia medica, ma non sono per uso a lungo termine.
Nota importante per quanto riguarda i farmaci : Alcuni di questi farmaci può produrre invece che ridurre i sintomi di ansia e di attacco di panico. Spesso è meglio iniziare con una dose bassa e aumentare lentamente il farmaco come raccomandato dal vostro medico.

Per la cura la psicoterapia offre supporto e aiuta veramente a ridurre la paura. In alcuni casi, solo la psicoterapia può chiarire e risolvere il disturbo. La terapia cognitivo-comportamentale aiuta le persone a imparare a trattare con i sintomi di panico, utilizzando oltre alle tecniche cognitivo comportamentale anche tecniche di respirazione e di rilassamento muscolare. I pazienti in terapia ottengono anche la rassicurazione che il panico non porterà agli eventi catastrofici che temono. Molte persone, ad esempio, temono che stanno avendo un attacco di cuore o di essere sul punto di impazzire.

CURARE GLI ATTACCHI DI PANICO – TRATTAMENTO CURA PSICOTERAPIA E FARMACI PER GUARIRE DAGLI ATTACCHI DI PANICO

Un trattamento di successo riduce il numero e l’intensità degli attacchi di panico. L’ansia che si sente a causa del timore di attacchi futuri si riduce sensibilmente sin dalle prime sedute. Una psicoterapia può migliorare la qualità della vostra vita.

Il trattamento comprende :

* Consulenza professionale, come la terapia cognitivo-comportamentale. Per ulteriori informazioni, vedere altro trattamento.
* Solo in alcuni casi e per un breve periodo somministrazione di farmaci.

Sfortunatamente, molte persone non cercano il trattamento per disturbi d’ansia credendo che vivere in uno stato di ansia può essere una condizione “normale” ad esempio legata al carattere o ad un fattore ereditario. Alcuni possono non cercare un trattamento perché credono che i sintomi non sono realmente dannosi. Nolti non chiedono aiuto credendo di poter risolvere il problema da soli.

Se gli attacchi di panico sono stati causati da una causa specifica specifica, come ad esempio la reazione ad una medicina, potrebbe non essere necessario il trattamento dopo che la causa è stata eliminata. In questo caso, ciò significherebbe dover interrompere il farmaco con l’aiuto del vostro medico.

Spesso, tuttavia, gli attacchi di panico sono causati da fattori esterni che possono continuare anche dopo che è stata eliminata la causa farmacologica. Queste crisi possono trasformarsi in disturbo di panico.

Gli attacchi di panico possono anche presentarsi improvvisamente senza una causa conosciuta. ( Questo tuttavia non è completamente vero in quanto le dinamiche cognitive sono state ampiamente studiate e conosciute).

Attacchi di panico ricorrenti

Gli attacchi di panico potrebbero avere un’intensità lieve o grave ed in questo modo continuare a presentarsi ricorrentemente per anni, soprattutto se si presentano anche con agorafobia (ossia la condotta di evitare quei luoghi dove si teme si verificherà un altro attacco)

Gli attacchi di panico possono ripresentarsi anche quando il paziente interrompe di propria iniziativa il trattamento viene interrotto perché crede di avere le crisi sotto controllo: gli attacchi possono improvvisamente ripresentarsi. Nessun trattamento deve essere interrotto prima di aver acquisito tutte le strategie di intervento sul disturbo e si è concordata la conclusione della terapia con lo psicoterapeuta.

Se gli attacchi di panico diventano troppo forti o si presentano troppo frequentemente richiedono un intervento immediato.

trattamento in corso

Una parte importante del trattamento in corso è fare in modo di dare continuità alla cura. Spesso le persone che si sentono meglio dopo qualche seduta di psicoterapia possono credere che sono “guariti ” e non hanno più bisogno di trattamento. Ma quando la terapia viene interrotta prima del tempo, i sintomi di solito si ripresentano. Per questo motivo è importante continuare il piano di trattamento.

Sarete continuamente controllato per vedere se avete altre condizioni collegate con il disturbo di panico, come la depressione o problemi con la droga o alcol. In terapia probabilmente si interverrà di pari passo anche su queste problematiche.

“Curare” Attacchi di panico e Disturbo di Panico con i Farmaci

I farmaci prescritti per il disturbo di panico vengono utilizzati per controllare (sedare) i sintomi degli attacchi di panico, ridurre l’intensità delle crisi, e ridurre l’ ansia e la paura legata avere un altro attacco.

I sintomi del disturbo di panico dovrebbero iniziare ad essere meno intensi entro poche settimane dopo aver iniziato l’assunzione di farmaci. Se il miglioramento non si vede entro 6-8 settimane possono essere necessari una dose maggiore o un altro medicinale.
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La maggior parte dei farmaci usati per gli attacchi di panico solitamente devono essere assunti continuativamente per un anno o più e quindi soltanto dopo questo periodo possono essere ridotte gradualmente (se la persona ha effettivamente avuto benefici) in qualche settimana.

Se si presentano nuovamente attacchi di panico dopo aver interrotto i farmaci, allora il trattamento farmacologico deve essere continuato ancora…

Alcune persone hanno bisogno continuare ad assumere medicinali per lungo tempo al fine di mantenere i sintomi sotto controllo.

Da ricordare che l’assunzione di farmaci per il disturbo di panico durante la gravidanza può aumentare il rischio di difetti alla nascita. Se la paziente è incinta o pensa di iniziare una gravidanza, deve rimanere sotto stretto controllo medico. Da tenere presente che gli psicofarmaci sono delle “droghe” e che soltanto il medico può aiutare a pesare i rischi del trattamento contro il rischio di danno per la gravidanza.

Scelte del farmaco per gli attacchi di panico

I medicinali usati più spesso per trattare le crisi degli attacchi di panico sono:

* Gli inibitori selettivi della serotonina (SSRI ), come il Prozac e Zoloft
* Le benzodiazepine, come Xanax e Valium

Altri farmaci a volte utilizzati per trattare il disturbo di panico includono :

* Gli antidepressivi
* Gli antidepressivi triciclici (TCA)
* Gli inibitori della monoamino-ossidasi ( MAO),

Trattamento degli attacchi di Panico

Il trattamento psicoterapico può portare sollievo significativo al al 90 per cento delle persone con disturbo di panico, inoltre, il trattamento precoce può aiutare a mantenere la malattia senza farlo progredire alle fasi successive ad esempio all’agorafobia, disturbo in cui si sviluppa molto spesso un disturbo di attacchi di panico non trattato velocemente ed in modo adeguato.

Prima di iniare qualsiasi trattamento per il disturbo di panico, una persona dovrebbe sottoporsi ad un esame medico approfondito per escludere altre possibili cause organiche dei sintomi. Questo è necessario perché altre condizioni, quali i livelli eccessivi di ormone tiroideo, alcuni tipi di epilessia, o aritmie cardiache, che sono disturbi del ritmo del battito cardiaco, possono causare sintomi simili a quelli del disturbo di panico.

Diversi trattamenti sono stati studiati per il disturbo di panico e agorafobia. Tra tutti si riconosce che la psicoterapia cognitivo comportamentale è tra i trattamenti più efficaci.

Comunque il trattamento deve essere scelto in base alle esigenze e preferenze individuali del paziente, tuttavia qualsiasi trattamento iniziato che non riesce a produrre un effetto entro sei-otto settimane deve essere rivalutato.

La terapia cognitivo-comportamentale

Questa è una combinazione e integrazione di terapia cognitiva, capace di modificare o eliminare modelli di pensiero che contribuiscono ai sintomi del paziente e la terapia comportamentale, che mira ad aiutare il paziente a cambiare il suo comportamento.

In genere il paziente sottoposto a terapia cognitivo-comportamentale si incontra con il terapeuta da 1 a 3 ore a settimana. Nella parte cognitiva della terapia, il terapeuta di solito effettua una ricerca attenta dei pensieri e degli stati d’animo che accompagnano gli attacchi di panico. Questi aspetti vengono discussi in termini di ” modello cognitivo ” degli attacchi di panico.

Il modello cognitivo sostiene che gli individui con disturbo di panico hanno spesso distorsioni nel loro pensiero, distorsioni delle quali possono non essere a conoscenza, e che queste questi possono dar luogo a un ciclo di paura. Il ciclo si esprime in questo modo: in primo luogo l’individuo percepisce una sensazione potenzialmente preoccupante, come il battito cardiaco accelerato, i muscoli irrigiditi, o uno sensazione di nausea. Queste sensazioni possono essere innescate da qualche preoccupazione, un’immagine mentale spiacevole o addirittura da una normale attività fisica. La persona con disturbo di panico reagisce a queste sensazioni diventando ansiosa.

L’ansia iniziale innesca ancora sensazioni più sgradevoli, che a loro volta esaltano l’ansia, dando origine a pensieri catastrofici e ad un circolo vizioso. La persona che pensa: ” Sto avendo un attacco di cuore ” o ” sto per morire” o qualche pensiero simile. Come risultato il circolo vizioso continua, innescando un attacco di panico. L’intero ciclo potrebbe attivarsi in pochi secondi tanto che l’individuo può non essere consapevole delle sensazioni e pensieri iniziali.

I clinici che hanno formulato questo modello spiegano che, con l’aiuto di un terapeuta esperto, le persone con disturbo di panico possono imparare a riconoscere i primi pensieri e sentimenti di questa sequenza e modificare le loro risposte a questi. In psicoterapia viene insegnato ai pazienti che i pensieri tipici come: “Questa sensazione terribile sta peggiorando!” o “Sto per avere un attacco di panico” o “Sto per avere un attacco cardiaco” possono essere sostituiti con altri pensieri più funzionali come ad esempio: “E’ soltanto disagio, ma passerà presto”, pensieri di questo tipo aiutano a ridurre l’ansia e scongiurare un attacco di panico. Durante le sedute di psicoterapia vengono insegnate procedure specifiche per ristrutturare i pensieri disfunzionali. Modificando i modelli di pensiero in questo modo, il paziente ottiene presto un maggiore controllo sul problema.

Nella terapia cognitiva, gli incontri tra il paziente e il terapeuta di solito non sono concentrati sul passato del paziente, come nel caso di alcune forme di psicoterapia, le conversazioni invece si concentrano sulle difficoltà e i successi che il paziente sta avendo in questo momento, e sulle competenze che il paziente ha bisogno di acquisire.

La parte comportamentale della terapia cognitivo-comportamentale può considerare in alcuni casi anche una formazione sistematica in tecniche di rilassamento. Imparando a rilassarsi, il paziente può acquisire la capacità di ridurre l’ansia generalizzata e lo stress che spesso pongono le basi per gli attacchi di panico.

Nella terapia comportamentale, quindi, possono essere inclusi anche esercizi di respirazione.

Il paziente impara a controllare il proprio respiro e ad evitare l’iperventilazione, un modo di respirare rapido e superficiale che può scatenare o aggravare gli attacchi di panico di alcune persone.

Un altro aspetto importante della terapia comportamentale è l’esposizione a sensazioni interne chiamata esposizione interocettiva. Durante l’esposizione interocettiva il terapeuta farà una valutazione individuale delle sensazioni interne associate a panico. A seconda della valutazione, il terapeuta può quindi incoraggiare il paziente a procurare alcune delle sensazioni che si possono provare durante un attacco di panico, per esempio, ad esempio potrà invitare ad esercizio fisico per aumentare la frequenza cardiaca, potrà chiedere di respirare rapidamente per innescare vertigini e sintomi respiratori, o potrà chiedere al paziente di girare intorno a sé stesso per innescare vertigini. In alcuni casi possono essere utilizzati anche esercizi per produrre “sentimenti di irrealtà”.

Il terapeuta insegna al paziente ad affrontare efficacemente queste sensazioni e di sostituire i pensieri di allarme come “Io sto per morire “, con quelli più appropriati, come ad esempio ” Sono soltanto un poco di vertigini, posso farcela!”

Un altro aspetto importante della terapia comportamentale è “L’esposizione in vivo”.

Il terapeuta determina se il paziente sta evitando determinati luoghi e situazioni, e se i modelli di evitamento stanno causando problemi al paziente stesso. A questo punto si inizia a lavorare sui comportamenti di evitamento che possono interferire seriamente con la vita del paziente. Ad esempio, la paura di guidare può essere di fondamentale importanza per un paziente, mentre l’incapacità di andare a fare la spesa può essere più importante per un altro.

In alcuni casi è necessario che sia il terapeuta a recarsi a casa del paziente, se si ritiene questo sia agorafobico, per condurre le sessioni iniziali. Spesso i terapeuti conducono alcune sedute con i loro pazienti per addestrare all’esposizione in vivo in centri commerciali e altri luoghi solitamente evitati dal paziente. A questo proposito non è raro che possono accompagnare i loro pazienti cercando di di far superare la paura di guidare una macchina.

Il paziente si avvicina a una situazione temuta gradualmente, cercando di sopportare l’aumento dei livelli di ansia. In questo modo il paziente capisce che, sebbene i sentimenti di paura sono forti, non sono pericolosi, e possono passare. Ad ogni tentativo, il paziente resiste alla paura al massimo di quanto riesce a fare. Il paziente capisce che con questa strategia step dopo step, aiutato da incoraggiamenti e consigli qualificati da parte del terapeuta, riesce gradualmente a padroneggiare le sue paure ed affrontare anche quelle situazioni che sembravano impossibili.

Molti terapeuti assegnano al paziente dei “compiti a casa ” da fare nei giorni tra una seduta e l’altra. A volte i pazienti hanno bisogno della presenza del terapeuta soltanto per poche sedute e successivamente continuano ad allenarsi da soli.

La terapia cognitivo-comportamentale in genere richiede almeno da 8 a 12 settimane. Tuttavia, alcune persone possono avere bisogno di un tempo più lungo di trattamento per imparare e implementare le competenze necessarie. La terapia cognitivo comportamentale, che è segnalato per avere un basso tasso di ricadute, è efficace per eliminare gli attacchi di panico e già dalle prime sedute ridurre la loro frequenza. Si riduce anche l’ansia anticipatoria e l’evitamento di situazioni temute.

Il trattamento con farmaci

In questo tipo di trattamento, che è anche chiamato farmacoterapia, il farmaco viene utilizzato per ridurre la frequenza e la gravità degli attacchi di panico, e per diminuire l’ansia anticipatoria associata.

Gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI ) sono ora la prima linea di trattamento farmacologico per il disturbo di panico. Altri farmaci comunemente utilizzati sono gli antidepressivi triciclici, le benzodiazepine ad alta potenza, e gli inibitori della monoamino-ossidasi (MAO).

La determinazione di quale farmaco utilizzare si basa su considerazioni di sicurezza, l’efficacia, esigenze personali e preferenze del paziente.

Gli scienziati sono alla ricerca dei modi per migliorare il trattamento farmacologico per il disturbo di panico. Sono in corso studi per determinare la durata ottimale del trattamento con i farmaci, quali sono i farmaci che hanno maggiori probabilità di aiutare il paziente, e come moderare i problemi connessi all’interruzione del farmaco stesso.

Trattamenti combinati

Molti studi sostengono che una combinazione di farmaci e terapia cognitivo-comportamentale rappresenta la migliore alternativa per il trattamento del disturbo di panico. L’ approccio combinato è suggerito per la sua possibilità di offrire un rapido sollievo, elevata efficacia e un basso tasso di recidive. Tuttavia il trattamento elettivo e privo di rischi rimane la psicoterapia.

L’obiettivo di molti studi è il confronto tra farmaci e trattamenti psicologici, per determinare come questi funzionano in combinazione. Il più grande di questi è una sperimentazione clinica di 5 anni progettato per confrontare il trattamento con imipramina con un approccio cognitivo comportamentale, e se combinando i due trattamenti rese si ottengono maggiori risultati rispetto al singolo trattamento.

Trattamento psicodinamico

Questo è una forma di terapia in cui il terapeuta e il paziente, lavorando insieme, cercano di scoprire i conflitti emotivi che possono essere alla base i problemi del paziente.

Anche se gli approcci psicodinamici possono aiutare ad alleviare lo stress che contribuisce ad attacchi di panico, non sembrano curare direttamente gli attacchi. In realtà, non vi è alcuna prova scientifica che questa forma di terapia possa essere efficace per aiutare le persone a superare il disturbo di panico o agorafobia. Tuttavia, se il disturbo di panico di un paziente si verifica con una certa carica di disturbo emotivo preesistente, il trattamento psicodinamico può essere una utile in aggiunta al programma di trattamento globale.

La psicoterapia

La psicoterapia è un processo che ha lo scopo di aiutare a guarire insegnando modi più costruttivi per affrontare i problemi o questioni all’interno della nostra vita. Può anche essere un processo di supporto quando si passa attraverso un periodo difficile o di maggiore stress, come iniziare una nuova carriera o affrontare un divorzio.

Generalmente la psicoterapia è consigliata ogni volta che una persona è in grave difficoltà emotiva, ha difficoltà nei propri rapporti, ha un problema di lavoro o una specifica preoccupazione per la propria salute mentale, e questi problemi stanno causando nell’individuo una grande quantità di sofferenza e turbamento.

Milioni di persone visitano uno psicoterapeuta ogni anno, e la maggior parte della ricerca dimostra che le persone che trovano beneficio da questa occasione.

La psicoterapia è di solito limitata nel tempo e si concentra su obiettivi specifici che si desidera realizzare.

La maggior parte della psicoterapia tende a concentrarsi sulla soluzione dei problemi ed è orientata a questi obiettivi. Ciò significa che all’inizio del trattamento, voi e il vostro terapeuta deciderete su quali cambiamenti specifici si desidera interevnire nella vostra vita. Questi obiettivi saranno spesso suddivisi in piccoli obiettivi raggiungibili ed organizzati in un piano di trattamento. La maggior parte degli psicoterapeuti lavoreranno e si concentreranno su di voi per contribuire a raggiungere gli obiettivi fissati. Questo viene fatto parlando e discutendo le tecniche che il terapeuta può suggerire e che possono aiutare ad affrontare meglio quelle aree difficili nella vostra vita. La psicoterapia aiuta la persona a riconoscere il proprio disordine e suggerisce meccanismi di adattamento e fronteggiamento più efficaci.

La psicoterapia è più efficace quando l’individuo entra in terapia con un forte desiderio di cambiare. Se non si desidera cambiare, il cambiamento sarà lento. Cambiare significa modificare gli aspetti della vostra vita che non stanno contribuendo ai vostri problemi. La psicoterapia è una sfida intellettuale alle proprie credenze e spesso al proprio sé. E ‘ più efficace quando una persona è in grado e disposti a provare a fare questo in un ambiente sicuro e di supporto.

Psicoterapia Cognitiva

La terapia cognitiva si basa sulla teoria che gran parte dei nostri sentimenti è determinato da ciò che pensiamo. Si dimostra che disturbi come l’ansia e la depressione, siano il risultato di pensieri e convinzioni errate. Correggendo queste credenze sbagliate, la percezione degli eventi e lo stato emotivo della persona migliorano.

La ricerca sulla depressione ha dimostrato che le persone affette da depressione spesso hanno credenze sbagliate su se stessi, sulla situazione che vivono e sul “mondo”.

Un elenco di errori cognitivi comuni ed esempi di vita reale:

* Personalizzazione – riferire a se stessi la causa di eventi negativi a se stessi anche quando non vi prova.

Esempio – Antonio cammina lungo il corridoio al lavoro, saluta un collega, ma questo non ricambia il saluto e continua a camminare. Antonio interpreta questo come la mancanza di rispetto per lui. Antonio si sente demoralizzato e respinto. Tuttavia, il comportamento del collega di lavoro può non avere nulla a che fare con Antonio. Egli potrebbe essere preoccupato per una riunione imminente, o aver avuto un litigio con la moglie quella mattina. Se Antonio ha ritenuto che il comportamento del collega può non essere correlato a lui personalmente, è probabile che questo stato d’animo negativo non venga provato.
* Pensiero dicotomico – vedere le cose come bianco e nero, tutti o nessuno. Questo è solitamente rilevato quando una persona elabora solo due scelte in una situazione.

Esempio – Lucia sta avendo un problema al lavoro con uno dei suoi superiori credendo che lui sia la causa del suo malessere. Si convince che lei ha solo due opzioni: denunciare tutto al suo capo fuori o lasciare il lavoro. Lucia non è in grado di prendere in considerazione una serie di altre possibilità, come parlare con il suo direttore in modo costruttivo, cercare un confronto con il suo superiore, cercare relazioni con gli altri dipendenti, ecc.

* Astrazione selettiva – concentrarsi solo su alcuni aspetti di una situazione, di solito il più negativo.

Esempio – Nel corso di una riunione del personale sul posto di lavoro, Marta presenta una proposta per risolvere un problema. La sua soluzione è ascoltata con grande interesse e molte delle sue idee vengono applaudite. Tuttavia, ad un certo punto un suo collega sottolinea che il suo budget per il progetto sembra essere insufficiente. Marta ignora il feedback positivo che ha ricevuto e si concentra su questo commento negativo. Lei interpreta come una mancanza di sostegno dal suo capo e una umiliazione davanti al gruppo.

* Minimizzazione – minimizzare l’importanza di eventi particolari.

Esempio – Marcello è uno studente universitario che vuole iscriversi ad ingegneria. Egli sa che dovrà sostenere un esame di ammissione. Marcello non supera l’esame e si iscrive ad architettura. Per questo motivo Marcello si deprime pensando che il suo sogno di una vita di diventare un ingegnere non è più possibile, senza considerare le soddisfazioni che potrebbe avere come architetto.

I terapeuti cognitivi lavorano con la persona per sfidare errori di pensiero come questi elencati. Sottolineando modi alternativi di analisi di una situazione e come cambiando punto di vista lo stato d’animo può cambiare.

La ricerca ha dimostrato che la terapia cognitiva può essere efficace più del farmaco nel trattamento a lungo termine dei disturbi d’ansia e della depressione.
Articolo a cura: Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

 

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“Come guarire dagli attacchi di panico: le verità” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)

 

 

“Ansia e attacchi di panico: cura definitiva”

 

“Come guarire dagli attacchi di panico: la verità”

 

“Come affrontare l’ansia: strategie per superarla per sempre”

 

“Come curare ansia e attacchi di panico”

 

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“Attacchi di panico: la cura più efficace”

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